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Zootecnia: l’omeopatia una strada per contrastare l’antibiotico resistenza

Silvia Nencioni*

L’impiego di rimedi naturali può contribuire a ridurre la resistenza antimicrobica negli animali, attraverso un minor impiego di antibiotici. Soluzioni anche per le specie vegetali in agricoltura

Considerare la salute umana, animale e dell’ambiente come un’unità interconnessa: è questa la prospettiva offerta dall’approccio integrato One Health, che riconosce la salute di ogni individuo strettamente correlata all’ecosistema in cui viviamo e alla salute degli altri esseri viventi. In questo contesto l’omeopatia offre un importante supporto nell’affrontare alcune sfide globali di salute in modo efficace, sostenibile e rispettoso tanto dell’ambiente quanto dell’individuo.

Pensiamo ad esempio alla questione della resistenza antimicrobica, senz’altro una delle più gravi minacce alla salute pubblica globale. L’uso eccessivo di antibiotici è stato identificato come uno dei principali fattori nello sviluppo di patogeni farmaco-resistenti, che minacciano l’efficacia dei trattamenti sia negli esseri umani che negli animali, con conseguenze anche sull’ambiente.

L’utilizzo dei medicinali omeopatici, laddove opportuno, può limitare l’uso di antibiotici, quando non necessari. È quanto emerso, per esempio, dal più grande studio farmaco-epidemiologico francese che ha rilevato, in caso di infezioni delle vie aeree superiori, una riduzione del 57% di antibiotici nei pazienti in cura presso medici omeopati.

Anche in campo veterinario, l’impiego dell’omeopatia può contribuire a ridurre la resistenza antimicrobica negli animali, attraverso un minor impiego di antibiotici. Incoraggiare l’inclusione dell’omeopatia nei piani d’azione nazionali contro l’antibiotico-resistenza non solo permetterebbe di contenere questo fenomeno, ma anche di migliorare la salute pubblica e ottimizzare le risorse economiche.

Se è vero poi che l’omeopatia è un metodo clinico-terapeutico utilizzato per curare l’uomo e gli animali, negli ultimi decenni la metodologia omeopatica è stata ‘trasportata’ in agricoltura nel contesto dell’agro-omeopatia. In un’epoca di crescente attenzione alla sostenibilità e alla salute del pianeta, infatti, l’agricoltura si trova ad affrontare sfide sempre più complesse.

In questo scenario, studi scientifici hanno dimostrato che soluzioni diluite e dinamizzate secondo la metodologia omeopatica possono alterare le attività fisiologiche delle piante, influenzando il tasso di attività enzimatiche, il contenuto di zuccheri totali, proteine e clorofilla.

Ricerche sperimentali sulle alte diluizioni applicate al mondo vegetale confermano che tali soluzioni possono anche prevenire e curare malattie delle piante in agricoltura, riducendo la necessità di pesticidi chimici.

Ad esempio, studi in cieco condotti presso l’Università di Bologna hanno mostrato che piantine di grano, se sottoposte a inquinamento da arsenico, presentano una riduzione della crescita e un’intossicazione. Tuttavia, somministrando una soluzione diluita e dinamizzata di arsenico, le stesse piantine risultano protette dagli effetti intossicanti dell’arsenico, riprendono a germogliare, come prima di essere stressate. Se consideriamo quindi la salute dell’ambiente in relazione a quella degli esseri viventi, l’omeopatia può giocare un ruolo chiave nel tutelare la salute del pianeta in modo efficiente e sostenibile.

*Presidente Omeoimprese


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