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Salmone ma non solo, così la Norvegia promuove l’export “sostenibile” verso l’Italia

R.A.

Oltre al prodotto simbolo (al 100% d’allevamento) negli ultimi dieci anni sono aumentate le spedizioni di baccalà e stoccafisso alla base di molti piatti tipici. Un business da oltre 650 milioni

Pochi sanno che alla base di alcuni dei piatti tipici più iconici della cucina italiana, romana come nel caso del baccalà ma non solo, ci sono pesci allevati o pescati nelle acque della Norvegia. Eppure i vincoli delle politiche europee per la pesca sono tra i motivi che nel corso degli anni hanno frenato l’ingresso del paese scandinavo nell’Unione europea. Nonostante questo però l’export di salmone (soprattutto), baccalà e stoccafisso verso i paesi Ue e verso l’Italia in particolare, viaggia a gonfie vele. Spesso sotto froma di materia prima poi affumicata, per convenienza tariffaria, negli stabilimenti polacchi o francesi. Merito anche dell’attività di informazione e promozione portata avanti dal Norwegian Seafood Council, come confermato dalla prima visita in Italia del ministro norvegese della Pesca e politica oceanica Marianne Sivertsen Naess.

L’ococasione è stata la sessione Fao sulla sostenibilità della pesca e e dell’acquacoltura, «che per noi è fondamentale – ha sottolineato il ministro – così come è fondamentale lavorare sulla sostenibilità di tutto il settore agroalimentare norvegese. Da questo punto di vista l’Italia è per noi un esempio di sostenibilità, oltre che un importante mercato, quindi continueremo a lavorare per rafforzare le nostre relazioni commerciali». In generale, ha aggiunto, «per noi è prioritario continuare a garantire la sostenibilità delle attività di pesca anche in futuro: l’acquacoltura (dalla quale proviene il 100% della produzione norvegese di salmone) è altrettanto importante per noi e su questo abbiamo un dialogo aperto con industria e produttori per garantire anche la sostenibilità ec0nomica del settore».

Polonia, Francia e Italia sono nell’ordine i primi mercati di esportazione. Essendo l’Italia un paese fortemente deficitario con percentuali che arrivano all’80%, rappreesenta uno dei mercati più importanti per le prospettive di crescita dell’export di pesce norvegese. Negli ultimi 15 anni il salmone norvegese è entrato a pieno titolo nella dieta nazionale. Inoltre, lo stoccafisso e il baccalà norvegesi hanno profonde radici nella tradizione culinaria italiana, con ricette regionali tramandate da generazioni.

L’export di prodotti ittici norvegesi verso l’Italia è cresciuto in modo significativo negli ultimi 15 anni, sia in quantità che in valore. Nel 2023, l’Italia è stata il 12mo mercato d’esportazione più grande della Norvegia in termini di quantità e il nono in termini di valore (considerando le esportazioni dirette). Il quantitativo ammonta a poco più di 84mila tonnellate (peso vivo, pari a circa 75mila tonnellate di peso del prodotto finale), corrispondenti a un valore di oltre 657 milioni di euro. Di questo totale, oltre l’86% del valore delle esportazioni dirette di prodotti ittici verso l’Italia è rappresentato dal salmone.

L’Italia è il terzo mercato più grande per il salmone norvegese. Oltre alle 66mila tonnellate di peso prodotto (74mila di peso vivo), che vengono esportate direttamente, grandi quantità di salmone norvegese raggiungono l’Italia attraverso altri paesi che lavorano il pesce come Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Polonia e Lituania. In totale, gli italiani consumano circa 137mila tonnellate di salmone norvegese (peso vivo) all’anno. Questo fa dell’Italia uno dei mercati di consumo più importanti per il salmone norvegese. Le esportazioni hanno registrato una forte crescita negli ultimi 15 anni, anche se i volumi negli ultimi 3 anni si sono stabilizzati. Questa tendenza può essere spiegata dalla limitata crescita dell’offerta dalla Norvegia per garantire la sostenibilità della produzione. Ciò ha comportato un aumento dei prezzi, che ha contribuito alla crescita in termini di valore, mantenendo stabili i volumi.

Alla base dell’aumento dei consumi ci sono il successo del sushi e, negli ultimi anni, anche del poke bowl. Contemporaneamente è cresciuto l’utilizzo del salmone in altre ricette ma anche in piatti tradizionali come la pasta. Inoltre, nei supermercati sono sempre più diffusi piatti pronti da forno. Il salmone norvegese vanta un quasi monopolio, con una quota del mercato italiano pari al 96 per cento.

L’Italia è anche il mercato più importante per lo stoccafisso della Norvegia che, nel 2023, ha esportato circa 1.900 tonnellate (peso del prodotto finale) di stoccafisso per un valore di circa 52,5 milioni. Lo stoccafisso viene esportato essiccato in Italia, il che significa che il peso totale, o peso vivo, diventa molto più elevato dopo l’ammollo.

Nel 2023, infine, gli italiani hanno consumato circa 3.280 tonnellate (peso del prodotto) di baccalà norvegese (merluzzo salato ed essiccato), molva e brosmio. Soprattutto baccalà, derivato dal merluzzo, con 1.671 tonnellate nel 2023. Dati che fanno della Norvegia il secondo maggior fornitore di questi prodotti per l’Italia, dopo le Isole Far Oer. Come per lo stoccafisso, anche questi prodotti devono essere ammollati per il consumo, il che significa che il peso totale (peso vivo) è molto superiore alle 3.280 tonnellate menzionate.


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