Imprese
Spirits, fatturato record oltre i 5 miliardi spinto dal raddoppio dell’export
Ernesto Diffidenti
Al Roma Bar Show le tendenze su consumi, nuovi prodotti e prospettive commerciali di una filiera che in Italia conta 600 imprese e ora investe anche sull’alcol-free
Distillati, acqueviti, liquori, amari e tante altre bevande alcoliche o, come vuole una delle ultime tendenze, anche a zero alcol. È il settore degli spirits che in Italia conta circa 600 imprese per un fatturato aggregato superiore ai 5 miliardi, dei quali il 30% ottenuto sui mercati esteri. Secondo i dati di Nomisma, le esportazioni di spirits nel 2023 hanno superato 1,67 miliardi di euro, vale a dire più del doppio (+115%) di quanto venduto oltre frontiera sei anni prima (2017). Sul mercato nazionale, sempre lo scorso anno, le vendite nel canale Gdo sono state pari a 1,22 miliardi di euro (valore al consumo) suddivise tra distillati e acqueviti (42,6%), liquori e amari (38,8%) e aperitivi alcolici (18,6%).
Il mercato, dunque, si è dimostrato resiliente in un anno, il 2023, caratterizzato da tensioni geopolitiche e un’impennata dell’inflazione che ha indebolito l’intera economia dell’eurozona. Le prospettive restano interessanti e le imprese nel corso del Roma Bar Show, nei giorni scorsi, hanno approfondito le nuove tendenze di consumo e lanciato nuovi prodotti. «È stata un’occasione per conoscere la spirit industry, i brand e la loro gamma – spiega Andrea Fofi, fondatore insieme a Fabio Bacchi, Giuseppe Gallo e al gruppo Jerry Thomas del Roma Bar Show – ma anche per affrontare i temi legati all’attualità, all’evoluzione della miscelazione, fino all’inclusività e alla sostenibilità, nonché al bere con consapevolezza».
Il Gruppo Montenegro ha presentato il nuovo brand di proprietà: la Vodka Maysta. Distillata nel cuore della Polonia, Maysta è realizzata con sola segale polacca seguendo il disciplinare di produzione dell’Indicazione geografica (Ig) Polish Vodka, considerata una delle più pregiate al mondo.
«Ci stiamo concentrando sul settore premium – afferma Alessandro Soleschi, marketing manager della divisione Spirits del gruppo – convinti che dopo il rallentamento del mercato, quest’anno possa ripartire la crescita dei volumi di vendita».
Stock Spirits Italia ha celebrato un anniversario importante al Roma Bar Show. «Da 140 anni – spiega il Ceo, Evelina Teruzzi – interpretiamo le tendenze del mercato, ampliamo e rinnoviamo continuamente il nostro portfolio, puntando sulla qualità e sull’innovazione, per offrire una vasta gamma di spirits dal gusto contemporaneo, capaci di incontrare le esigenze dei consumatori e dei professionisti in tutti i momenti di consumo».
Presenti anche Distillerie Fratelli Branca che ha portato all’evento della capitale, novità, masterclass e il ritorno dei barback games, nonché Pallini, la più antica distilleria romana. «Il 2023 si è concluso molto bene come fatturato, con una crescita del 17%, abbiamo superato oltre i 21 milioni di euro – sottolinea Micaela Pallini, amministratore delegato del gruppo e presidente di Federvini –. Abbiamo quasi raddoppiato il fatturato rispetto al 2019. Nel 2024 vogliamo continuare sullo stesso andamento. Noi siamo sempre in cerca di altri marchi da acquisire, stiamo crescendo all’estero come, ad esempio, la Polonia che ci sta dando importanti risultati».
L’Italia è attiva anche sul fronte dell’import. Secondo i dati del Consejo Regulador del Tequila (maggio 2023-maggio 2024), il Belpaese è ottavo nel mercato delle importazioni del distillato messicano con 3,67 milioni di litri. Gli Stati Uniti restano i principali importatori di tequila (331 milioni di litri), seguiti da Germania (6,11 milioni), Spagna (5,52 milioni), Canada (5,11 milioni), Francia (4,77 milioni), Giappone (4,73 milioni) e Regno Unito (4,16 milioni). La Tequila Uno Casa Hergueta, anch’essa presentata al Roma Bar Show, nasce da un’antica ricetta e dall’incontro, nel 2022, tra Salvatore D’Agostino, presidente della società di partecipazione finanziaria H1 Holding, Andrea Federici, patron della terrazza Borromini di Roma, e il maestro tequilero Daniel Tuesta.
«Per la sua produzione – spiega Andrea Federici – che avviene nella rinomata distilleria Autentica Tequilera, acquisita nel cuore di Jalisco, vengono utilizzate solo le piante di agave blu più mature, coltivate da sei a dieci anni, per garantire un prodotto di altissima qualità. Il processo di produzione segue la tradizione (nella ricetta) e l’innovazione (nell’utilizzo di macchinari moderni)».
La gamma attuale si compone di quattro referenze: la Tequila Blanco, la Tequila Reposado, invecchiata per 6 mesi in botti di bourbon di legno di quercia, la Tequila Añejo, invecchiata per 16 mesi in botti di rum di legno di quercia, la Tequila Añejo Cristallino. A queste si aggiunge “Sinfonia”, un blend composto in edizione limitata da tre distinte tequile invecchiate per 16 mesi in botti di Cognac Francese, Rum e Bourbon.
«Abbiamo condotto un’attenta analisi dei dati ufficiali – conclude Salvatore D’Agostino – che indicano un notevole trend di crescita della tequila. Negli ultimi cinque anni il mercato della tequila è cresciuto del 30% in termini di volume di vendite, con un aumento medio annuo del 6 per cento. Questa tendenza positiva offre un’opportunità unica per introdurre sul mercato un prodotto Premium in grado di competere con le importanti realtà già consolidate nel settore».
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