Quotidiano Agrisole – Il Sole 24 Ore

  • 28 Giu 2021
  • Grano duro, produzione globale in crescita del 6% ma è allarme siccità in Canada

    L.F.
  • C'è un rischio siccità che potrebbe peggiorare le stime sui raccolti di grano duro 2021 nei paesi dell'emisfero settentrionale. Ma la tendenza, quella globale, resta orientata a una crescita della produzione, stando alle valutazioni del board britannico Igc, grazie soprattutto alla spinta del Nord Africa, Marocco in primis, e alla crescita attesa nelle campagne europee.

    L'evoluzione del quadro meteo resta l'elemento cruciale in Canada, primo produttore ed esportatore mondiale di frumento duro, dove, concluse le operazioni di semina, si stanno adesso monitorando di settimana in settimana le condizioni vegetative delle colture.
    Nonostante le alte temperature e il clima secco, nella provincia canadese del Saskatchewan, specializzata nella coltivazione del grano duro, il 73% del raccolto appare in buone o eccellenti condizioni, riferisce il ministero dell'Agricoltura di Ottawa, che non esclude tuttavia un peggioramento della situazione con il protrarsi delle attuali condizioni siccitose.

    Il Paese nordamericano, nonostante la conferma delle semine 2020, non potrà replicare l'ottima performance di resa della scorsa stagione, spiegano gli esperti di Statistics Canada, che vedono un raccolto 2021 attorno ai 6 milioni di tonnellate, contro i 6,57 milioni di un anno fa (-9% circa). Considerando gli stock, in calo di circa il 12% a 650mila tonnellate, anche l'intera disponibilità di grani canadesi subirebbe quest'anno una contrazione di circa il 9%. E oltre confine le vendite dovrebbero addirittura ridursi del 17%, a 4,8 milioni di tonnellate, in previsione di una minore necessità di grani esteri da parte dei maggiori utilizzatori, rappresentanti dai paesi europei e nordafricani.

    Su scala globale, l'International grains council prevede un raccolto 2021-22 di 35,9 milioni di tonnellate, in crescita di oltre il 6% su base annua. Nell'Ue, l'update della Commissione europea al 24 giugno fissa l'asticella a 7,8 milioni di tonnellate, corrispondenti a un più 8% anno su anno, ma a un 6% in meno rispetto alla media quinquennale.

    In Italia Bruxelles pronostica 4,3 milioni di tonnellate (erano 3,88 milioni nel 2021), ma si tratta di una valutazione più generosa rispetto a quella fornita a maggio dal Coceral, voce del trade europeo, che stima invece un raccolto di 4,1 milioni di tonnellate. Più prudenti le indicazioni fornite dalle organizzazioni agricole che, a trebbiatura in corso, temono invece le ricadute sui raccolti delle gelate primaverili e del clima siccitoso nelle regioni del Sud.

    Intanto, la campagna di commercializzazione è partita a fine mese con un accenno di ripresa dei prezzi. Sulla piazza di Foggia i grani di nuova produzione con almeno 12 punti di proteine (varietà fino) hanno esordito a 300-305 euro per tonnellata, 10 euro in più rispetto alla quotazione di chiusura, cedendo però 20 euro (-6%) rispetto ai valori di apertura della scorsa campagna.

    In Canada, il Cwad n.1 con 13 punti di proteine si manterrà su livelli elevati, stando alle stime ufficiali, ma il prezzo medio della campagna 2021-22, indicato a 270 dollari per tonnellata, franco porto di imbarco, subirà prevedibilmente una riduzione del 10% su base annua, in un contesto meno dinamico sul fronte delle esportazioni.